Idea management, creatività, innovazione e invenzione

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Autore: Roberto Gallerani

Si leggono e si ascoltano spesso discussioni sull’ “innovazione” ed in molti casi si constata una difficoltà  nel comprendere quello che i diversi interlocutori vogliono comunicare. Spesso il problema di fondo è la mancanza di un preciso e comune significato attribuibile a termini come “creatività”, “innovazione” e “invenzione”.

Volendo tentare di  dare delle definizioni si potrebbe dire che:

  • La “creatività” è la capacita di concepire qualcosa di originale e inusuale
  • L’ “innovazione” è la realizzazione di qualcosa di nuovo
  • L’ “invenzione” è la creazione di qualcosa mai realizzato prima e che viene riconosciuto  come  unico in sé

Chiunque abbia partecipato a degli incontri di “brainstorming” generando idee, avrà manifestato con buona probabilità “creatività” ma nessuna “innovazione”, almeno fino al momento in cui non venga realizzato qualcosa a partire da un’idea.  Occorre cioè che qualcuno si assuma dei rischi sull’idea realizzando qualcosa, prima che si possa realmente parlare di “innovazione “.

Un’ “invenzione” potrebbe essere relativa ad un prodotto,  ad un servizio oppure ad un metodo o ad un’organizzazione che non sono mai esistiti prima. Quindi si potrebbe dire che  ogni “invenzione” è un’ “innovazione”. Ma ogni “innovazione” non è per sua natura  un’ “invenzione”, poichè  per quanto nuova possa essere una realizzazione, per una persona o un’impresa,  potrebbe non essere assolutamente unica ,  ma già realizzata anche da altri prima.

In generale poi si tende a pensare che “innovazione” sia un nuovo prodotto o servizio, mentre in realtà si fa tanta innovazione attraverso nuovi processi organizzativi, metodi, modelli di business, relazioni e modi di operare sul mercato. Quindi si può anche dire che ogni aspetto dell’operatività e del business aziendale sono importanti candidati per l’innovazione.

Peter Drucker, economista ed autore di teorie manageriali, sosteneva che ogni organizzazione dovrebbe costantemente prepararsi ad abbandonare ciò che fa ed il modo in cui lo fa, allo scopo  di non limitare la visione dell’innovazione.

Albert Einstein diceva che “non si può risolvere un problema con lo stesso pensiero che lo ha generato”, e del resto l’innovazione è figlia del guardare il mondo da un punto di vista diverso, generando nuove soluzioni fuori dagli schemi sino ad oggi adottati.

Nel mondo delle imprese le più grandi innovazioni  sono quelle nel campo dei modelli organizzativi  e di business, nel metodo, con effetti in cascata su prodotti, servizi e clienti.

L’innovazione può poi avere un carattere “incrementale” o essere un fenomeno “radicale”. In generale l’innovazione condotta a livello di prodotto o servizio è incrementale. Nelle imprese la maggior parte  degli imprenditori e dei  manager  sono ottimi “innovatori incrementali”,  percependo e delineando bene i problemi per poi giungere a delle possibili soluzioni. L’innovazione radicale comporta invece la ricerca di un modo nuovo di essere e porsi nei confronti della realtà, è il cambiare il punto di vista, la prospettiva con cui ci si affaccia su di uno scenario.   Per questo sono maggiori le difficoltà, i rischi e minore è il numero delle persone che, in un’impresa, sono in grado di esprimersi  in questo senso.

In definitiva occorre operare per stimolare la creatività  trasformandola in innovazione, in un giusto mix tra sviluppi “incrementali” e  “radicali”.

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