Il futuro (prossimo): dai social media alla collaborazione globale

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Autore:  Roberto Gallerani

Predire il futuro (anche quello prossimo) è sempre difficile, tuttavia  alcune facili constatazioni possono condurre ad uno scenario assai probabile.

Le capacità di elaborazione e comunicazione si fanno sempre più potenti e vengono collocate in dispositivi sempre più piccoli: personal computer, net computer, thin computer, smartphone ecc.

I dispositivi di elaborazione e comunicazione sono al contempo sempre meno costosi  (net computer da 250-300 €, smartphone da 300-500 € che hanno capacità enormemente superiori  ai personal computer da tavolo di anche solo  5-6 anni fa).

Anche in Italia circa 16 milioni di cittadini (dati 2009 fonte osservatori di ricerca Nielsen)  sono soliti utlizzare dei social networks. Attraverso di essi la  “rete di contatti” diretta ed indiretta tende a crescere continuamente, proiettandoci  potenzialmente un giorno verso una connettività di tutti con tutti.

Molte statistiche poi confermano come l’uso dei social networks tenda a sorpassare quello delle email e del telefono.  Se attraverso il proprio PC o lo smartphone si può essere sempre in collegamento con la propria rete di contatti attraverso blog, gruppi, discussioni, chat e voip, l’uso di questo mezzo tenderà  a sostituire integralmente ogni altra forma tradizionale di interazione (mail, telefono,  posta cartacea, ecc)

L’evoluzione delle tecnologie tende a rendere sempre più semplice  l’uso dei social networks, diminuendo sempre più la “barriera” di ingresso  per moltissime persone

Aumentando la capacità di comunicare a distanza si viaggerà anche di meno, utilizzando sempre meglio il nostro tempo cosa che comunque favorirà la costruzione di migliori rapporti anche negli incontri personali che continueremo ad avere, anche se maggiormente mirati e preparati attraverso l’uso dei  social networks.

Il cosiddetto “telelavoro” tenderà ad essere sempre più utilizzato, attraverso l’impiego di “uffici virtuali” per condividere sul “network” documenti, strumenti, risorse e collaborare a distanza mantenendo una vicinanza: sarà anche estremamente più “ecologico” oltre che economico.

Il forte grado di interazione, la conversazione trasparente, la valutazione permanente delle conversazioni e delle informazioni  faciliteranno sempre più (già oggi lo fanno) tutti i processi di generazione delle idee e di aggregazione in progetti operativi. Gli stessi modelli di gestione aziendale e  della cosa pubblica  tenderanno a cambiare,  in considerazione della connettività permanente delle persone, delle idee e dei pareri.

I caratteri del nostro futuro (prossimo)

Il nostro futuro (prossimo) sarà quindi:

  • Molto “virtuale”
  • Molto mobile  ed accessibile
  • Fortemente collaborativo e orientato all’aggregazione

e ci offrirà

  • il mitico dono dell’ubiquità
  • una nuova forma di reale “democrazia” delle idee e delle azioni

Le interazioni avverranno tutte sul web attraverso dispositivi sempre più piccoli con collegamenti  senza fili, permettendo di muoverci  senza mai perdere la connessione e lasciando le nostre menti libere di essere con chiunque, ovunque nel mondo.

Anche negli affari i rapporti tra consumatori e clienti con i produttori  di servizi e  beni saranno sempre più  in una relazione continua e permanente. Le idee, le esigenze, le proposte tenderanno a diventare  una naturale forma di interazione in entrambe le direzioni, generando nuove modalità  di  vendita, scambio  e valorizzazione di beni e servizi.

Naturalmente il futuro (prossimo) non sarà tutto “rose e fiori” in quanto comunque dovremo prepararci a difenderci dai rischi di un’eccessiva “disumanizzazione” delle relazioni, accettando la presenza di mezzi intermedi in grado di alterare i processi fisici di comunicazione: basti pensare agli  effetti del filtrare o modificare per via digitale le immagini, la voce   o alla possibilità di utilizzare o trovarsi a comunicare con degli  “avatar”  digitali.

Insomma il futuro (prossimo) appare nuovo ed “elettrizzante” ma, come al solito, occorre tener alta la guardia e vivo il buon senso.

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